“Mi sento non ben capito dice Paolo Volponi. Ma se un critico come Giovanni Raboni lo considera il più completo e necessario dei narratori italiani viventi…. Mah. Ho scritto sette romanzi, ognuno con dentro un problema vero. Per esempio, Il sipario ducale e le bombe di Piazza Fontana, Corporale e la crisi degli anni Settanta… Su Corporale, Pasolini fece qualche riserva: pensava che una certa invenzione stilistica fosse un cedimento alla neo-avanguardia. E invece era un romanzo sperimentale; vorrei che Corporale fosse più letto. Adesso esce Le mosche del capitale: una fatica per sistemarlo, era lievitato troppo, certi dolori… Ma capiranno?”
(la Repubblica, “Le mosche di Volponi”, intervista di Stefano Malatesta, 4 aprile 1989)
Nella primavera del 1989 Paolo Volponi fu ospite di un programma trasmesso dalla RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. In quell’occasione lesse proprio alcune pagine da Le mosche del capitale, pubblicato per i tipi di Einaudi. Al termine della trasmissione, a Paolo Volponi fu consegnato il nastro il cui contenuto ci è stato gentilmente concesso da Caterina Volponi e noi lo condividiamo con voi.
L’edizione del 2019 #PianetiIrritabili si è svolta sotto l’astro di Paolo Volponi, sotto l’influsso del suo civile estremismo. Ci stavamo bene allora e ci è più che mai di ispirazione adesso, in attesa della VII edizione di Urbino e le Città del Libro, rinviata a data da destinarsi.
Buon ascolto!
In attesa che le circostanze rendano possibile lo svolgimento della VII edizione di Urbino e le Città del Libro (rinviato a data da destinarsi), gli organizzatori condividono un estratto di un contenuto del festival che si sarebbe dovuto tenere nel fine settimana dal 22 al 24 maggio 2020) Si ringrazia Caterina Volponi
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